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Un'po' di Storia: dal passato ai giorni nostri
Località della provincia di Cuneo a 25 km. dal Capoluogo ed a 904 m. s.l.m. di particolare interesse turistico e ambientale.
Attualmente ha una popolazione residente di circa 800 abitanti, e una popolazione fluttuante di 5.000 / 6.000 presenze soprattutto turistiche che trova alloggio, per la maggior parte, in "seconda" casa.
Il Clapier, il Gelas e l'Argentera, regina delle Alpi Marittime, che dai suoi 3.297 metri domina la piana piemontese, e dalla quale si ha una stupenda visione della catena alpina fino al Rosa, delle Alpi del Delfinato e della Savoia e giù la Costa Azzurra e la Riviera dei Fiori, vegliano da secoli sulla cittadina di Entracque.
Di Entracque non è facile precisare le origini: documenti esistenti presso la Parrocchia e presso il Comune parlano di origini ultracentenarie e di tradizioni immemorabili.
Strabone, il grande geografo dell'antichità, dice che Polibio, enumerando i passi praticati ai suoi tempi attraverso le Alpi, parla di una strada "per Ligures proxime Etruscum mare".
Essendo difficile risalire il Roja e superare il Colle di Tenda, ragionevolmente pensiamo che già attraverso il Colle delle Finestre e il Colle del Sabbione, antica "Via del Sale", le popolazioni del Mar Ligure venissero in contatto con quelle del versante interno delle Alpi.
La presenza di migliaia di figure simboliche (15.000 e più) incise probabilmente nel periodo di transizione dal Neolitico all'Età del Bronzo sulle rocce di Valmasca, Fontanalba, Val Lauretta, Colle del Sabbione fino al 1947 appartenenti al Comune di Entracque, e del lago del Vei del Bouc ci possono portare a credere che queste zone fossero luoghi di frequentazione ma soprattutto vie di percorrenza di gruppi umani protostorici e più tardi delle antiche popolazioni liguri.
E ancora, la presenza di una colonia Romana a Pedona (Borgo San Dalmazzo) e le rovine di un tempio romano, dove oggi sorge il Santuario di Madonna delle Finestre, sopra San Martino in Vesubia, i ponti del Souffiet e di Burga, di indubbia architettura romana, la loro costruzione risale intorno al periodo dei Flavi, e tutt'oggi in uso, provano alla evidenza che la zona di Entracque era luogo di transito e di contatto tra le popolazionie della costa ligure e quelle della zona interna.
Ad ulteriore dimostrazione della presenza di colonie romane sta il fatto che in tempi successivi, sotto l'aspetto militare, la Valle Gesso fu ascritta al distretto della "Provincia Alpium Marittimarun" che aveva per capoluogo Cimiez (Nizza Marittima) e sotto l'aspetto civile aggregata con le Valli circostanti al "Municipium" di Pedona, di conseguenza ottenne la cittadinanza romana e iscritta quindi, per l'esercizio dei propri diritti, alla trib. Quirina.
Penetrazione Ligure, penetrazione Romana, luogo di transito tra una Gallia a l'altra, ma allo stato attuale degli studi e delle ricerche, nulla di preciso: di Entracque si sa solo che risale ad un tempo immemorabile.
Il Cristianesimo penetrò per tempo in queste zone, intorno al 250, con i monaci di S. Colombano; in seguito, nel 600, arrivarono a Borgo i primi Benedettini.
Che le zone del Gesso siano state bonificate dai religiosi di San Benedetto è storico: ancora oggi tutti i parroci della Valle, Andonno, Roccavione, Roaschia, Valdieri, Entracque hanno il titolo di "Priore".
L'Ordine Benedettino, che ebbe tanta importanza storica, religiosa e sociale, provvedeva, dove arrivava, ad ogni necessità, insegnando a coltivare la terra, regolare le acque, sviluppare varie arti, creando spesso, intorno ad ogni monastero, centri di vita e difendendo, nei momenti difficili, i popoli oppressi.
Così risulta dal Riberi, storico di Cuneo e d'intorni, che presto i Benedettini di Pedona acquistarono proprietà fondiarie nelle Valli circostanti, fino nella Valle del Roja e del Tinea, raggiungendo il Mar Ligure.
Entracque dal latino "Intra aquas", significa infatti località posta tra le acque e tale è appunto la sua posizione essendo bagnata da tre corsi d'acqua: torrente Gesso, rivo Bousset, rivo Pramalbert o Colletta che taglia in due il piccolo paese.
Secondo una tradizione locale il borgo "Autarì" sarebbe stato il primo centro abitato, occorre precisare che le costruzioni pi. antiche, di cui si ha notizia sono situate in località cosiddetta "Ciastlas", alle spalle dell'attuale chiesa Parrocchiale, mentre i borghi "Pascher", luogo dove si radunavano i capi di bestiame affidati al vaccaro o al pastore comune per il pascolo, e "Chiapera", cumuli di sassi, si sarebbero aggiunti pi. tardi nel Medio Evo.
L'Oltrerivo sarebbe stato più tenace nel conservare il culto degli idoli obbligando quindi i cristiani a radunarsi per le loro pratiche di culto alle pendici del Monte Corno e a costruire qui una chiesa dedicata a San Dalmazzo.
Con i secoli IX e X i Saraceni, dopo aver saccheggiato il Santuario delle Finestre, attraverso il Colle delle Finestre si rovesciarono al di qua delle Alpi.
La fisionomia di molte case di Entracque, tracce nel dialetto, tutto starebbe, con alcuni vaghi documenti, a indicare che anche queste zone furono devastate e che Entracque sarebbe già stato un centro di notevole importanza.
Dopo il mille però i documenti si fanno più chiari e precisano nomi e località. Intanto erano maturate cose nuove, i Benedettini avevano lasciato Entracque e nessun documento ne ricorda l'anno e tanto meno i motivi, le loro proprietà passarono così sotto il dominio temporale del Vescovo di Asti, che è Abate Commendatario di Borgo San Dalmazzo.
Sappiamo poi che i signori di Entracque nel 1198 concorsero alla fondazione di Cuneo e ne ebbero il diritto di cittadinanza.
Nel XIII secolo, dopo un breve dominio del marchese di Saluzzo, Entracque e la Valle Gesso sono parte della Contea eretta in Piemonte dalla Casa degli Angiò.
Probabilmente Entracque, alla data del riconoscimento dei diritti feudali, inizi del XIV secolo, è già eretta in Comune autonomo con una sua propria amministrazione.
Nel 1372 il Conte Amedeo VI di Savoia, detto il Conte Verde, cede Entracque e la Valle Gesso al Marchese Carlo di Ceva.
Nel secolo successivo controversie distrettuali impegnarono Entracque e i vicini Comuni di Valdieri, Andonno, Roccavione e Borgo San Dalmazzo a difendere i propri diritti di autonomia e libertà da attacchi e rivendicazioni militari, territoriali, politiche e amministrative, portati loro dalla Città di Cuneo.
Nel 1424, con 101 "fuochi" (famiglie) e 500 abitanti, Entracque è il paese più densamente popolato della castellania di Borgo, superato soltanto nel 1443 da Borgo stesso.
I Valdesi, verso fine secolo, si erano infiltrati nella popolazione particolarmente al borgo Pascher.
Fu forse in questi anni o nel successivo periodo della Riforma che sono nate "Le Parlate" rappresentazione della Passione e Morte di Cristo che ancora oggi, interpretate da attori del luogo, rivivono, ogni cinque anni, nella tradizione folkloristica del paese.
Nel 1561 gli abitanti della contrada di Entracque erano circa 1700 e, dieci anni più tardi, circa 1800.
E' in questi anni del Cinquecento- Seicento che sono sorte, o per iniziativa privata, o per voto pubblico o ancora per legato testamentario, le diverse Cappelle che brevemente ricordiamo: la Confraternita di Santa Croce, la Cappella della Madonna del Bealetto, la Cappella di S. Rocco, la Cappella di S. Antonio da Padova, la Cappella della Visitazione di Maria Vergine al Cornaletto, la Cappella di S. Giovanni Battista, la Cappella di S. Lucia, la Cappella della Trinità, ancora oggi esistenti e la Confraternita della Misericordia, la Cappella di S. Pietro in Vincoli, la Cappella dello Spirito Santo, abbandonate, in rovina o destinate ad altri usi.
Il Santuario di Nostra Signora delle Finestre, come già ricordato, appartenente ad Entracque fino al 1947, fu costruito, secondo un'antica tradizione, per ricovero di viaggiatori e commercianti, dall'Ordine Militare dei Templari.
La chiesa di Sant'Antonino Martire sorta sulle rovine del castello signorile e divenuta in seguito, nel 1673, Parrocchia secondo gli statuti del Concilio di Trento, risale molto probabilmente agli inizi degli anni mille: la troviamo menzionata una prima volta nel 1246 in una bolla di papa Innocenzo IV, e annoverata tra i possessi dell'Abazia di Borgo.
La stessa bolla ricorda l'Ospedale di Noceto o Neyereto con la Cappella - Ricovero di S. Giacomo officiata fino al 1882, quando furono trasformati in caserma estiva dei Carabinieri a servizio della Casa Reale.
Fino al 1817, anno in cui fu creata la Diocesi di Cuneo, Entracque appartenne sempre, come risulta da una bolla di papa Clemente X, alla Diocesi di Mondovì.
Nel 1619 abbiamo una novità importante: il Duca Carlo Emanuele, Serenissimo Principe Cardinale e Vicario perpetuo del Sacro Romano Impero, il 10 giugno, erige il Comune in Marchesato e lo infeuda al conte Carlo Solaro di Moretta suo Gran Scudiere.
Gli Entracquesi non sono molto soddisfatti del nuovo signore tanto che oppongono una formale protesta conservata nell'archivio comunale a documento di civile dignità: dichiarano di essere nati liberi e di cedere all'ordine del Duca soltanto per non soggiacere alle pene della sua trasgressione.
Dal Conte Carlo Solaro di Moretta gli Amministratori del luogo ebbero ad acquistare i diritti, per usi civici, del territorio e delle acque.
Nel 1628 il paese passa ad un altro signore perchè il Conte Carlo Solaro di Moretta lo dona con titolo di Marchese al conte Arduino Valperga di Rivara e nel 1631, il 12 dicembre, viene investito signore del paese il conte D. Federico Tana che ha sposato Maria, figlia del conte Arduino Valperga.
Nel maggio del 1656 il paese si vede confermare dal marchese prerogative, privilegi, libertà e consuetudini godute ab antiquo; in capo allo strumento di concessione sono annotate le cariche e dignità del Tana che . "Cavaliere e Commendatore della Sacra Religione de' Santi Maurizio e Lazaro, Cavaliere dell'Ordine della SS. Annunziata, Capitano delle Guardie di Madama Reale, Colonnello delle Guardie Svizzere di S.A.R., Generale della medesima nazione per la medesima R.A., Conte di Santena e di Limone e Marchese di Entracque".
Nel 1688 da Vittorio Emanuele I di Savoia ebbe la concessione dello Stemma Civico con il motto "Propitiis Astris".
Il settecento è tempo di guerra. Le zone di valico dell'Alta Valle Gesso e delle Valli confinanti, Vermenagna e Stura, furono teatro, prima, del conflitto franco - spagnolo, e poi, della guerra per la successione Austriaca.
Assai gravoso fu per il nostro Comune il contingente militare imposto dal Duca Vittorio Amedeo II di Savoia e dal Re Carlo Emanuele III.
Nel 1708 con il pagamento di 1.500 ducati ebbero per decreto di Anna di Orleans, Duchessa di Savoia il diritto di eleggersi i propri sindaci.
Nel 1716 Entracque conta 600 famiglie, 2700 anime.
Interessante quanto futile la polemica sorta negli anni 1750 - 1751 tra il Parroco ed il Sindaco al fine di dotare la chiesa parrocchiale di un orologio a servizio della popolazione di Oltrerivo, troppo distante dalla confraternita di Santa Croce per potersi servire del suo orologio, orologio di proprietà comunale.
La questione, sorta in quanto la campana installata sul campanile parrocchiale e da adibirsi al battere delle ore è anch'essa di proprietà Comunale, e risolta con l'intervento di vari avvocati, definì quanto segue: "che l'orologio batta le ore alla francese per non intorbidare l'orologio della Cruciata qual suol battere all'italiana e dà la regola per la distrubuzione delle ore dell'acqua", pratica, questa in uso fino a pochi anni fa.
Nel luglio del 1789 scoppia la rivoluzione francese e nel 1793 le regie truppe del Duca di Aosta, divenuto poi Re Vittorio Emanuele I, stabiliscono per due mesi il quartier generale ad Entracque.
Truppe francesi dal nizzardo entrano in Piemonte nel 1798 e truppe Savoiarde passano e ripassano in questi anni dal Colle del Sabbione e dal colle delle Finestre.
L'insediamento dei francesi è duramente contrastato da bande locali sorte con buoni ideali di libertà ed indipendenza ma ben presto inquinate da facinorosi e scapestrati.
Ad Entracque due mali sembrano preoccupare in modo particolare l'autorità francese: il contrabbando del sale e tabacco e la presenza di delinquenti che vengono comunemente detti "Barbetti".
Nulla di veramente importante da segnalare sotto l'impero Napoleonico: Entracque, incorporata alla Francia, come del resto quasi tutto il Piemonte e viene assegnata al Dipartimento della Stura.
Da rilevare, con un decreto datato 22 gennaio 1808 a firma di Napoleone, la definitiva soluzione della secolare disputa sui confini tra il Comune di Entracque e il Comune di Valdieri.
Dalla lettura si estrae che il decreto determinò i confini quali essi sono attualmente.
Nell'anno 1810 si provvede alla costruzione della nuova gradinata della chiesa Parrocchiale e si impianta l'acquedotto; per l'occasione la secolare fontana ottagonale in piazza del Municipio, che reca la data 1565, viene spostata e sistemata in luogo pi. comodo.
Nel 1813 si contano circa 650 famiglie e 3000 persone.
Con la Restaurazione (1814, caduta dell'impero napoleonico) e al grido: "Viva il nostro Re di Sardegna", si ritorna, con grande sollievo per le popolazioni locali, al vecchio regime amministrativo e politico.
Nel 1820 - 1825 si costruisce il nuovo cimitero.
Nel 1830, su disegno dell'architetto Gioachino Rossi di Andonno, si costruisce il Palazzo Comunale; Michele Grosso, con testamento, lega lire 3.000 per l'erezione e manutenzione di un Ospedale per i poveri e gl'infermi, l'attuale Centro Socio Assistenziale San Michele, la cui costruzione ha inizio nel 1834.
Nel 1850 si ricostruisce, in collaborazione con il comune di Valdieri, dopo lunghi rapporti epistolari e discussioni sulla scelta del luogo, il ponte di Marmorere, comunemente detto Ponte Rosso, distrutto da piogge torrenziali.
Verso la metà del secolo Entracque è un pulsante centro di attività: cinquanta lanifici danno lavoro a 300 operai, senza contare le donne occupate a filare la lana a mano; vi si fabbricano drappi e panni a vari colori; la produzione ascende a 3000 pezze l'anno.
La lana viene importata dalla vicina Briga del contado di Nizza e soprattutto dalla francese Marsiglia.
Il territorio comunale si aggira sulle 43.000 giornate, 11.300 occupate da boschi e selve. Estesi pascoli porgono nutrimento a circa 2200 capi bovini, 4600 pecore e 1100 capre.
Due sono le scuole ad Entracque: una di italiano e aritmetica, l'altra di latino.
Dal 1855 i Reali di Casa Savoia passarono per le contrade di Valdieri ed Entracque diverse volte.
Le popolazioni locali, a riconoscenza, deliberarono, tramite i loro amministratori, di concedere a Vittorio Emanuele II, Re di Sardegna e più tardi, 1861, primo Re d'Italia, i diritti esclusivi di Caccia e Pesca su parte del territorio comunale, diritti che vennero confermati a Re Umberto I e a Re Vittorio Emanuele III.
Dopo la caduta della Monarchia, la Riserva di caccia e pesca venne gestita congiuntamente dalla Provincia e dalla Camera di Commercio di Cuneo e dai Comuni interessati, tramite il Consorzio di Caccia ex Riserva Reale Valdieri-Entracque costituitosi nel 1953 e con sede in Cuneo.
Nel 1982 con Legge Regionale viene istituito con sede in Valdieri il Parco Naturale dell'Argentera, che comprende una superficie protetta di circa 25.000 ettari ripartita tra i Comuni di Entracque Valdieri e Aisone nella vicina Valle Stura, attualmente, a seguito di integrazioni e variazioni territoriali, denominato Parto Naturale delle Alpi Marittime.
Negli anni 1859 - 1861 per il trattato concluso tra Italia e Francia, e a seguito dell'intervento dell'imperatore Napoleone III a fianco di Vittorio Emanuele II per liberare la Lombardia e il Veneto dal dominio degli Asburgo, mentre a questa si cede la Savoia e l'antica Contea di Nizza, il confine comunale di Entracque viene ampliato a comprendere ora anche l'alta Valle Vesubia con il Santuario di Madonna delle Finestre e l'alta Valle Gordolasca con il piccolo Santuario di S. Grato.
Da ricordare, verso fine secolo, la fondazione della Società di Mutuo Soccorso per Operai ed Agricoltori, avvenuta nel 1885 e, nel 1896 si erige in Ente Morale l'Asilo Infantile affidato a tre suore del Cottolengo.
Gli inizi del XX. secolo sono un momento difficile per Entracque.
Dopo il primo conflitto mondiale la popolazione ad Entracque è prevalentemente agricola, pochi artigiani e bottegai, le fabbriche di drappi e panni sono inattive e molti, non trovando lavoro, sono costretti all'emigrazione.
La produzione più notevole è quella delle patate che si aggira intorno ai 20.000 quintali: il patrimonio zootecnico comprende tra, grossi e piccoli, 2100 capi.
Tra la 1^ e la 2^ guerra Mondiale si realizzano le prime fognature, si amplia l'acquedotto con distribuzione di acqua potabile alle numerose fontane pubbliche e poi anche ai privati, si restaurano i ponti del Pascher e di S. Antonio, si costruisce l'acquedotto e la scuola di Trinità, negli anni trenta viene costruita l'attuale Casa Canonica, che sarà visitata il 15 agosto 1939 dalla Regina Elena di Savoia, ultima presenza della Casa Reale in Valle Gesso.
Scoppia la 2^ Guerra Mondiale ed Entracque è teatro di movimenti italiani e tedeschi, ma soprattutto luogo di passaggio di molti ebrei che cercano scampo e protezione dalla ferocia nazifascista.
Si formano anche le prime bande partigiane che molto hanno contribuito alla liberazione dall'oppressore di tutta la zona circostante e di Cuneo.
Il conflitto ha ridotto il territorio di questa cittadina di pascoli e boschi reincorporati alla Francia nel 1947 a seguito del trattato di pace.
Il bilancio di una guerra, come sempre è tragico, diversi caduti civili, militari e partigiani sono ricordati sui numerosi cippi disseminati in Valle, e, non ultimi, i 24 cittadini, Alpini della Cuneense, dispersi sul Fronte Russo nel gennaio del 1943.
Nel periodo post-bellico, un'ondata di emigrazione, alla ricerca di nuove attività e lavoro, ha portato molti nostri concittadini nel mondo, dal Sud America all'Australia, dagli Stati Uniti ai diversi Paesi Europei.
Negli anni successivi l'ENEL ha iniziato la costruzione delle dighe della Piastra, entrata in funzione nel 1965, e del Chiotas entrata in funzione nel 1980.
Gli invasi artificiali formati per la produzione di energia elettrica, sono collegati, il primo con una galleria di derivazione di circa 12 Km. alla centrale di Andonno e l'altro alla centrale "in caverna" ad Entracque.
Caratteristica principale di questa seconda centrale è il duplice impianto del Chiotas e delle Rovine, che con un "salto", rispettivamente di 1048 e di 598 metri ha installata una potenza elettrica pari a complessivi 1500 MVA, unica e per il momento la più potente, nel suo genere, in Italia.
Molti sono i lavori intrapresi in questi anni dalle diverse Amministrazioni, lavori intesi a migliorare la funzionalità dei servizi resi alla comunità e che hanno contribuito a rendere la piccola cittadina ancora più accogliente.
Più recente è lo sviluppo turistico sia invernale che estivo, favorito appunto dallo splendido scenario naturale e ambientale di questo angolo delle Alpi Marittime.
Il resto è storia dei nostri giorni.
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